Montefalco - Monastero di Santa Chiara della Croce - Enzo Marrone - Sito Ufficiale

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Montefalco - Monastero di Santa Chiara della Croce

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Chiara nasce a Montefalco nel 1268.

All’età di sei anni lascia la casa paterna per seguire Gesù e amarlo con tutto il cuore nel servizio alla Chiesa, attraverso la preghiera e la contemplazione. Entra nel reclusorio della sorella Giovanna, costruito dal padre Damiano, attratta dalla vita che qui vi si conduceva.
Chiara è una ragazza bella, vivace, intelligente, attenta ai bisogni degli altri, generosa, pronta al lavoro e sempre obbediente.
Nel 1280 poiché l’esempio di Giovanna e Chiara attira molte altre giovani alla vita consacrata, il padre costruisce per la comunità un reclusorio più grande, dove si trova l’attuale Monastero.
Nel 1290 la comunità chiede e ottiene di adottare la Regola di S. Agostino, che diventa la guida spirituale nel cammino dell’interiorità, della preghiera comune, del lavoro, della correzione fraterna e, in tutto e soprattutto, della carità fraterna delle Sorelle.
Solo un anno dopo muore la sorella Giovanna e viene eletta Superiora Chiara, che diventa per le sorelle madre e guida spirituale, servendole con gioia ed entusiasmo.
Dal 1288 al 1299 Chiara vive una dura prova di aridità spirituale e lotta interiore, dopo essersi compiaciuta per il dono continuo di vedere il Signore, il cielo si chiude per ben undici anni, sperimentando nel suo animo, la durezza dei vizi e la bellezza delle virtù. Una conoscenza esperienziale, non acquisita nello studio, ma dalla vita.
Gesù nella sua passione la invita poi a condividere la sua Passione d’amore. Attraverso la sofferta esperienza, la passione di Chiara diviene compassione. Lei si percepisce senza Dio, capace di tutti gli errori, preda di tutte le debolezze, vuota, arida, ma impara a conoscere il cuore degli uomini e ad essere solidale con loro.
Durante questa crisi, all’inizio del 1294, Cristo sofferente e pellegrino le appare portando una grande croce e le dice:
«Ho cercato un luogo forte per piantare questa croce: qui e non altrove l’ho trovato».

Il 17 agosto 1308 muore lietamente cantando:

«Belgliè, belgliè, belgliè vita eterna! Non mi si afà Signore, sì gran pagamento!».
Le monache, decidono di conservare il suo corpo e il giorno dopo, ricordando il ritornello di Chiara: «Io ajo Jesu Cristo mio crucifisso entro lo core mio», aprono il cuore e vi scoprono realmente i «segni» della Passione di Gesù, che ancora oggi, insieme al suo corpo incorrotto, si venerano nel Santuario a lei dedicato.

 
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